È ancora tempo di regali. L’Amministrazione Comunale di Comerio ha consegnato al Banco di solidarietà una quarantina di doni: pacchetti che saranno presto destinati agli assistiti.
«L’idea - ha spiegato la Giunta del Comune di Comerio - è nata grazie alla proposta che ci è stata fatta dal Consiglio comunale dei Ragazzi della scuola secondaria di primo grado. Sono stati loro i primi a voler partecipare all’iniziativa nazionale “Scatole di Natale”, il cui obiettivo era favorire piccoli gesti di solidarietà per allietare le Feste di quanti stanno affrontando momenti difficili. Come Amministrazione abbiamo condiviso il progetto e, dato il gran numero di adesioni, siamo riusciti a destinare i doni alle famiglie di Comerio, alla Caritas della Comunità pastorale di Gavirate, a Barasso e a Luvinate».
«Questo gesto totalmente inaspettato - il ringraziamento del Banco di solidarietà - ci fa guardare con ancora più fiducia verso il futuro. Negli anni sono stati tanti gli aiuti che abbiamo ricevuto da enti pubblici o donatori privati e che, di volta in volta, ci hanno permesso di assistere con attenzione ed efficacia quanti si rivolgono a noi. Ogni volta, però, è come se fosse la prima. Colmi di gratitudine non possiamo che ringraziare l’Amministrazione comunale di Comerio e tutti coloro che, nel loro piccolo, hanno partecipato al progetto delle “Scatole di Natale”».
A inizio novembre il "Banco di solidarietà" ha ricevuto una donazione da "Bang&Clean Technologies AG", multinazionale svizzera presente anche in Italia e che si occupa della pulizia di impianti industriali. Da alcuni anni questa azienda, al posto di inviare regali natalizi ai propri clienti, sceglie di supportare progetti solidali e organizzazioni no-profit. Il loro concreto aiuto, che ci sosterrà nell'impegno di ogni giorno, ci riempie il cuore di gratitudine.
Spettabile Bang&Clean Technologies AG,
con la presente vogliamo ringraziare la vostra società per il supporto che avete dato alla nostra associazione.
La donazione di Natale che ci avete destinato ci riempie il cuore di gratitudine e siamo certi farà altrettanto per quanto riguarda tutte le famiglie che assistiamo.
Quest'anno, complice la pandemia che ha colpito l'Europa e il mondo intero, sono tante le difficoltà che siamo chiamati ad affrontare, ma gesti come il vostro ci spingono a proseguire la quotidiana opera di carità che vede impegnati diverse decine di volontari.
Nel ringraziarvi nuovamente, ci impegniamo a farvi sapere le future novità e gli sviluppi che riguarderanno la nostra opera.
Cordiali saluti e un sincero augurio di buon Natale.
Associazione "Banco di solidarietà" di Gavirate
Domenica 8 marzo, ore 8.36: «Visto il decreto di stanotte, che facciamo?».
Il lockdown del Banco di solidarietà alimentare inizia così, con un messaggio sulla chat dei volontari.
Mezzora e il telefono squilla di nuovo: «Penso che intorno a un tavolo si possa stare a debita distanza. Non so, aiutiamoci a fare le cose in modo intelligente. Proverei a garantire “il pacco”, finché nessuno lo vieta. A noi l’attenzione e la cautela». Una settimana dopo ecco le prime file di persone pronte a ritirare pasta, pelati e altri generi di prima necessità.
Tutto come prima? No.
Il ritiro avviene grazie a un bancale in mezzo al piazzale, senza contatti diretti tra volontari e assistiti; i guanti coprono le mani, ognuno aspetta paziente il proprio turno. E poi le mascherine, che sono ovunque e che si danno anche agli assistiti. Cambia la consegna del sabato, cambia la preparazione dei pacchi, realizzati non più in gruppo ma a coppie o da singole famiglie, sempre per ridurre le possibilità di contagio. E, soprattutto, crescono i numeri, con tante persone che, perso il lavoro, si rivolgono al Banco per la prima volta. «È impressionante e commovente rileggere oggi alcuni messaggi. Da subito è stato chiaro che, nell’obbedienza alle indicazioni, era necessaria un’intelligenza che supportasse il nostro desiderio di continuare a “portare” il pacco». «Siamo stati tutti richiamati a lasciare da parte le nostre abitudini; ci è stata chiesta una modalità diversa per fare le cose. Eppure, nonostante la paura che mi attanagliava ogni volta che mettevo il naso fuori dalla porta, non mi sono mai sentita sola».
«Ci siamo aiutati, confrontati, sostenuti, giudicati. Abbiamo collaborato con altre associazioni e con persone “esterne al solito giro”, abbiamo guardato in modo diverso l’amico di sempre. Tutto avendo nel cuore il bene per noi e per le persone affidate». «Oggi possiamo dire con più certezza che ogni circostanza, anche brutta e dolorosa, è un’occasione grande per fare un passo in più nel comprendere il dono grande delle nostre vite».
Anche questo è stato il Banco al tempo del Covid.